Chiesa di sant'Eusebio
Chiesa parrocchiale
I castellani sono particolarmente fieri e onorati di aver ereditato una così ricca chiesa parrocchiale!
La costruzione dell'edificio di stile barocco, basata su un disegno donato da Agostino Silva di Morbio Inferiore, venne iniziata nel 1678 sul sedime di una precedente chiesa risalente al 1270. Nel 1684 fu terminata nelle sue grandi linee ed alcuni artisti di Castello iniziarono a decorarla.
Antonio Carabelli progettò gli stucchi della volta, che richiesero circa cento anni per essere portati a termine.
La prima cappella ad essere decorata fu quella della Madonna Assunta. Essa comprende stucchi, statue di Davide e Salomone (come rappresentanti l'Antico Testamento) e quelle di san Giuseppe e san Gioacchino di Agostino Silva. La statua della Vergine, si legge in antichi registri, venne posizionata nel 1686.
Di fronte a questa cappella se ne trova un'altra ancor più pregevole, con stucchi di Giovan Battista Barberini da Laino della Val d'Intelvi: la Cappella del santo
Crocifisso. Molto cara ai castellani e a tutto il Mendrisiotto, essa fu terminata nel 1688. Al centro si trova un crocifisso in grandezza naturale di scuola spagnola, molto venerato. Uno stupendo
gruppo di personaggi, sempre opera del Barberini, fa da base armoniosa alla croce. La storia dice che lo stesso Vincenzo Vela, famoso scultore di Ligornetto, a questa visione rimase
stupito.
Nel 1703 si continuò il lavoro nella cappella delle Anime del Purgatorio, opera di Pietro Pozzi di Castello. L'ultima cappella ad essere realizzata fu quella di sant'Antonio da Padova, la cui
statua in legno è opera di Giovanni Albino Carabelli.
Nel 1759 furono ultimati l'abside e il coro per mano del grande artista castellano Francesco Pozzi che li decorò con un leggero stucco rococò.
In generale la chiesa è molto ricca di affreschi e dipinti. L'affresco della volta dell'abside (Ascensione) fu eseguito nel 1756 da un pittore sconosciuto. Quello della tazza rappresenta invece l'Adorazione dell'Eucarestia. Sulle pareti del coro si trova la pala rappresentante la Lapidazione di sant'Eusebio, opera del primo '700. Le due grandi tele del Carloni di Scaria con il Battesimo di sant'Eusebio e ilConcilio di Milano rappresentano due importanti momenti della vita del patrono della parrocchia.
Le due balaustre, riccamente decorate, sono opera del marmista Pelagatta di Viggiù (1765). Esse sono fatte con marmo di Arzo, quello giallo di Verona e quello nero di Varenna.
Preziose sono anche le tele alle pareti. Partendo dalla cappella del Crocifisso si trovano la Flagellazione e l'Incoronazione di Spine di Domenico Pozzi
(1785). Seguono il Sacrificio di Isacco di Angelo Pozzi e la Samaritana al Pozzo di Angelo Pozzi, recentemente restaurata. Le due tele nella
cappella della Madonna raffiguranti la Visitazione e la Presentazione al Tempio sono di un autore ignoto dell'inizio '700
Anche l'organo possiede una certa importanza artistica. Esso risale al 1771. La parte fonica fu restaurata nel 1882 ed ancora nel 1986. La cassa di legno, pure in parte restaurata nel 1986, è opera dell'intagliatore Giuseppe Carabelli di Castello su disegno, pare, di Francesco Pozzi, stuccatore e autore degli stucchi del coro.
Durante gli ultimi lavori si è inoltre scoperto sulla parete retrostante lo strumento un antico affresco raffigurante sant'Eusebio da Vercelli eseguito da Venanzio Isidoro Rusconi di Tremona
verso la metà del '700.
Informazioni più dettagliate le trovate sulla pagina dedicata ai restauri a questo indirizzo: www.restaurisanteusebio.ch
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